Per parlare del nostro argomento dobbiamo anzitutto adattarci alle vostre età diverse cioè dobbiamo fare alcune grandi, anche se approssimative, distinzioni di età.
Prendiamo per cominciare l’età più giovane diciamo sino a 11/12 anni.
E’ l’età in cui si comincia a conoscere il mondo e lo si conosce con grande velocità. Si conosce e si mette alla prova anzitutto il proprio corpo. Quanto sei capace di saltare? Quanti gradini? Sei capace di arrampicarti su una pianta? E quanto lontano tiri un sasso? Poi ci sono altre fonti di conoscenza. I genitori innanzitutto; ti possono spiegare non solo il funzionamento ma la ragione delle cose. Poi i maestri: quelli non solo ti spiegano ma ti danno una organizzazione una sistemazione delle cose da sapere. Per esempio tutte queste cose si chiamano la storia o la geografia. Poi ci sono appunto i compagni di scuola: sono importantissimi perché tu con loro ti misuri tutti i giorni. Dici a loro le cose che impari e che loro magari non sanno ancora; anzi ti piace molto sapere delle cose che loro non sanno ancora. Poi provi a fare con loro delle cose: per esempio la lotta, vedere chi è più forte, oppure saltare o correre o giocare a palla. In questo modo fai con i compagni delle esperienze: conosci per esempio dei posti dove si gioca a pallone oppure la casa dei compagni o dei giochi o degli attrezzi che loro hanno, una piscina per esempio, un calcio balilla. Impari cioè a muoverti vicino a casa tua. Poi impari a telefonare e a combinare di incontrarsi. Poi c’è internet e ci sono i social. Con questi si possono sapere tante cose, si possono fare tanti giochi che, in genere, misurano la tua memoria e la tua velocità di riflessi. Questi problemi li abbiamo però già visti in un altro Caffè del nonno.
Adesso concentriamoci su una parola: socializzazione. Con i compagni di scuola avviene al massimo la socializzazione nel bene e nel male. Si può per esempio lottare a armi pari ma se uno ha un bastone e l’altro no, non vale. Questo lo capiamo facilmente con la nostra ragionevolezza, con la nostra coscienza. Così se facciamo la lotta greco-romana non possiamo tirare un pugno in faccia, tirare le orecchie o sputare in faccia all’altro. In scuola ci possono essere anche i bulli: quelli che usano la forza per farsi vedere superiori agli altri oppure usano dei mezzi scorretti o degli scherzi scorretti. In genere i bulli sono quelli che a scuola non vanno bene e devono prendersi delle soddisfazioni fuori da scuola. I bulli in genere si mettono insieme tra loro per fare delle piccole bande e così far valere ancora di più la loro forza e il loro potere.
Adesso vi faccio vedere due cose e sentirne un’altra.
La prima è: I giochi di due piccoli di tigre, due fratelli tigre.
[Visione delle prime scene del film versione DVD “Due fratelli” di Jean Jacques Annaud 2004 i due tigrotti giocano sotto gli occhi dei genitori in une giungla indiana che ha avvolto con la sua fittissima vegetazione alcuni antichi templi indiani]
E’ quello che abbiamo detto: imparano a conoscere il proprio corpo e socializzano. E’ il livello di socializzazione che abbiamo in comune con gli animali. Anche i cuccioli di uomo socializzano così. E’ la sapienza del Dio creatore che ha messo dentro negli esseri viventi questo istinto del gioco e della socializzazione.
La seconda cosa è l’invenzione dell’Oratorio fatta da San Filippo Neri a Roma nel 1500
[Visione del film versione DVD “State buoni se potete” regia di Luigi Magni prodotto da RAI Radiotelevisione italiana 2005 scena in cui si vede come San Filippo Neri iniziò a fare l’“Oratorio”].
Qui si vede come dei ragazzi di strada, ribelli e selvaggi, siano diventati capaci di lavorare insieme, di suonare e di cantare, avendo trovato in Filippo Neri una guida che sapeva indicare le cose belle e importanti della vita, senza però conculcare la loro libertà e creatività. San Filippo Neri era proprio un uomo libero, un uomo appassionato della vita e delle cose belle. Ai suoi ragazzi spiegava, in forme molto semplici, la Bibbia, i Vangeli, la Liturgia e la musica sacra e desiderava che questi ragazzi crescessero formando un Movimento, quello appunto dell’Oratorio, in modo da vivere tutta la vita in Gesù, seguendo Gesù. E questo avvenne veramente. Molti ragazzi lo seguirono e diversi divennero preti e fondarono in altri posti d’Italia il Movimento dell’Oratorio.
La terza cosa è un brano del libro Cuore di Edmondo De Amicis.
Come sapete in questo libro c’è il diario di cosa può avvenire in una classe di scuola elementare. C’è un episodio molto bello per i sentimenti di amicizia, generosità e perdono che ne vengono fuori.
[Edmondo De Amicis lettura dal Libro “Cuore” (1886) diario del 26 ottobre, brano “Un tratto generoso” in E. De Amicis “Opere scelte” a cura di F. Portinari e G. Baldissone, ediz. Mondadori, 1996].
Dall’Oratorio di San Filippo Neri e dai rapporti tra i compagni di classe raccontati da De Amicis si vede nascere una amicizia fra i compagni che è una cosa bellissima. Non tra tutti i compagni naturalmente ma tra alcuni di essi. I ragazzi a questa età non sanno ancora bene cosa sia l’amicizia ma per loro i rapporti sono così importanti e certi rapporti sono così impressionanti che per molto tempo dopo la fine delle scuole elementari, se non per sempre, si ricorderanno certi volti, certi caratteri, certi gesti di solidarietà e di amicizia. Posso dirvi ragazzi, perché lo sto sperimentando ora, che io ho riallacciato dei rapporti di amicizia con sette o otto miei compagni di scuola elementare dopo sessantacinque anni che non ci si vedeva, Avevo molta paura quando ci siamo incontrati e dicevo non succederà nulla, tutto sarà così diverso che ci sentiremo degli estranei. Invece no, invece è stato bello, è scattata un’intesa, un feeling che dice quanto siano importanti quegli anni della scuola.
Passiamo adesso alla seconda età della vita che poniamo tra gli 11/12 anni e i 18 anni.
E’ l’età dello sviluppo sessuale. Il ragazzo diventa uomo e la ragazza diventa donna e l’uno e l’altra diventano capaci di generare, di fare un figlio. Ma prima di fare un figlio, (per cui e meglio aspettare) al ragazzo cresce la barba e alla ragazza vengono le mestruazioni cioè le perdite mensili di sangue. Questo è lo sviluppo fisico che è accompagnato dal risvegliarsi di una attrazione reciproca tra ragazzi e ragazze. E’ l’innamoramento che è una cosa molto bella. Abbiamo già parlato di questo quando, vi ricordate?, abbiamo fatto il Caffè sul tema dell’amore. Diciamo solo questo: che non bisogna respingere questa attrattiva, questo innamoramento. In genere aiuta la comprensione del mondo. Una ragazza insegna al suo ragazzo le cose concrete. Per esempio io ho imparato da Alda come si fa a studiare con metodo. Un ragazzo invece di solito ha più inventiva, più creatività, più capacità di astrazione e di sintesi, prende più iniziativa e va bene se porta una ragazza al cinema o organizza una gita o una festa. Però l’innamoramento in genere è una cosa ancora immatura quindi bisogna mantenere una certa distanza prudenziale. Va bene se la si porta al cinema, non va bene se la si porta a letto. Poi non è assolutamente necessario o obbligatorio avere una ragazza o avere una ragazza fissa e permanente. Si deve essere liberi. Un rapporto fisso e permanente può essere molto vincolante e pesante anche se, nella mentalità comune di voi ragazzi, chi ce l’ha fa invidia agli altri che non ce l’hanno. Quello che vi ho esposto rispecchia l’accelerazione attuale dei rapporti tra i sessi. Ai miei tempi non era così. Una volta, in questa età che stiamo descrivendo, i ragazzi stavano con i ragazzi e le ragazze con le ragazze e al massimo si usciva, ma tutti insieme, in gruppo. E queste cose che vi ho detto questi rapporti a due erano spostati all’età successiva. Si facevano sì delle feste e si ballava anche ma i ragazzi di buona famiglia, di famiglia cattolica e conservatrice, come era la mia non si spingevano oltre. Però c’erano gli altri compagni quelli più “scafati” che dicevano di “conoscere la vita”. Questi, che erano pochi, per esempio, nella mia classe facevano girare delle pubblicazioni pornografiche, oppure davano delle indicazioni per fare degli esperimenti sessuali con signore compiacenti, le cosidette “naviscuola” o con delle compagne magari di altre classi che si sapeva che erano pure compiacenti cioè che ci stavano. C’erano anche quelli che avevano dei fratelli maggiori già navigati che insegnavano le tecniche, come, per esempio, quella del “preservativo”. Il sesso, a sentire cosa dicevano questi compagni, (ma oggi quasi tutti pensano così) è una pura libertà è un campo in cui tu fai quel che vuoi purché lei (o lui) ci stia. Ma quei compagni come tutti i compagni di oggi che dicono così non tengono conto che l’atto sessuale è parte di un rapporto personale, una parte importantissima di quel rapporto e che se tu lo stacchi dal rapporto per ridurlo a semplice godimento animale tu lo snaturi, lo distorci e apri alla possibilità che quell’atto diventi una violenza o uno sfruttamento e un utilizzo semplicemente del corpo dell’altro senza che si desideri una vera unità tra due persone. E una unità amorosa tra due persone per essere vera deve essere definitiva e anche generativa. Cioè il sesso, come il rapporto di cui fa parte, ha uno scopo. ha una funzione che è l’amore pieno e la generazione.
In questo periodo della vita si può anche imparare, da dei compagni “bulli” dei modi violenti, si può anche essere invitati a partecipare a delle bande, magari con scopi un po’ violenti. Si può essere invitati a prendere delle piccole dosi di droga, a fumare delle canne. Vi diranno che non fanno niente ma non è vero. Danno un momento di euforia ma provocano assuefazione e poi, per avere quella euforia, bisogna aumentare la dose. Si può essere invitati a bere birra o alcool tanto da sbronzarsi. Anche qui un po’ di allegria o di euforia ma poi una grande tristezza quando l’effetto finisce e, di nuovo, assuefazione. S’impara così a sbronzarsi e in genere lo si fa in compagnia perché così ci si incoraggia ci si incita a vicenda.
Però in questo periodo della vita possono nascere oppure proseguire e approfondirsi bellissimi rapporti di amicizia, magari studiando insieme oppure facendo insieme delle cose, dei giochi. Dentro questi rapporti continua e si incrementa la scoperta della vita e quando uno scopre qualcosa di importante per lui o fa qualche incontro importante per lui lo dice all’altro. In questo periodo della vita nasce anche la passione per dei movimenti di studenti che si possono incontrare a scuola o fuori di scuola, dei movimenti di bene che scopriamo corrispondenti al nostro desiderio di felicità e di infinito, di bellezza, di verità di giustizia, desideri che in questa età si fanno particolarmente acuti. Qualcuno di voi conosce per esempio CL o l’Oratorio. Così molte vere amicizie possono sorgere conoscendo i ragazzi di questi movimenti. I movimenti in genere propongono proprio un’amicizia. Non sono solo dei compagni con cui si fanno delle cose ma si diventa amici. E si può scoprire anche una cosa ancor più profonda, un amico più profondo che è Gesù. Attraverso questi compagni si può scoprire che c’è un amore gratuito che va quasi oltre l’amicizia, ma che, per andare oltre l’amicizia e per essere gratuito, deve partire da un punto più profondo e questo punto più profondo è Gesù. Anche dei maestri, degli insegnanti o dei professori possono far conoscere Gesù.
Oggi sono importanti anche i rapporti attraverso i social, i cd rapporti virtuali anche se di essi abbiamo già parlato in un altro Caffè e qui possiamo soltanto dire che non sono veri rapporti. Solo un rapporto fisico e personale è un vero rapporto. Questo può essere aiutato da un correlato rapporto sui social ma un rapporto sui social senza un rapporto fisico e personale è vano.
E veniamo alla terza età della crescita che va dai 18 anni in su, per tutti gli anni dell’Università cioè fino a 26/27 anni.
Questo è un periodo della vita importantissimo e cominciano a maturare, oltre che i caratteri fondamentali della personalità, le grandi decisioni.
I compagni di Università sono un livello più maturo di compagnia e di amicizia. Con loro si va più a fondo della vita. La ricerca della felicità, dell’infinito, della bellezza, della verità, della giustizia è un desiderio forte e su questo si muovono dei movimenti di studenti che si fanno più presenti e più coinvolgenti. Pensate non solo a CL per chi conosce questo movimento ma anche a certi movimenti di sinistra che operano in Università, come Lotta comunista, oppure pensate al Sessantotto di cui si celebrano in questi tempi i cinquantanni e che fu un movimento non solo di riforma dell’Università ma di riforma della società e della vita.
Si possono trovare degli amici che rimarranno. Si può trovare un compagno della vita cioè un marito o una moglie. Di questo abbiamo già parlato ed è l’amore maturo.
C’è una poesia di Dante che parla della bellezza dell’amicizia e dell’amore e che si intitola “Guido io vorrei che tu e Lapo ed io”
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ‘l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buon incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come ‘l credo che saremmo noi.
Lo spettacolo di una bellissima amicizia fra compagni è quello della Compagnia teatrale (non a caso si chiama Compagnia perché occorre una grande intesa per fare una Compagnia teatrale) formata da Karol Wojtyla (il futuro Papa Giovanni Paolo II) a Cracovia in Polonia prima della seconda guerra mondiale. Quando i tedeschi invasero la Polonia la Compagnia continuò a fare del teatro clandestino cioè di nascosto, un teatro che era molto critico e polemico contro i tedeschi. Un giorno le SS tedesche fecero una spedizione e arrestarono tutti gli attori e li portarono in un campo di concentramento. Quel giorno Karol si era momentaneamente allontanato e non fu fatto prigioniero ma assistette all’operazione dei tedeschi. Vediamo in questo DVD la Compagnia teatrale del futuro Papa e l’incursione dei tedeschi [DVD: “Non abbiate paura” film sulla vita di Giovanni Paolo II, Regia Jeff Bleckner; DVD distribuito con il Settimanale “Gente”].
INTERVENTI
Carolina (terza liceo classico):
La mia classe è un po’ divisa, ci sono delle divisioni. Passo l’intervallo con i compagni ma non c’è una vera e propria amicizia. Diverse compagne fanno “le carine”, fanno una specie di commedia. L’importante è il trucco, il vestito ma non dicono come sono loro come si sentono loro. Poi con alcune c’è un rapporto diverso, un reale rapporto di amicizia, per esempio con una che è la mia migliore amica e con la quale ci conosciamo dall’asilo.
Francesco (università primo anno della specialistica di Scienze motorie):
Questo di oggi è un tema molto interessante per me. L’età che si raggiunge all’università segna una grande differenza nei rapporti: noi siamo e siamo trattati come adulti. Nei miei anni del liceo i rapporti sono stati diversi. Ho vissuto con i miei tre amichetti. Non eravamo certamente tra i più bravi, anzi. Grazie ai miei professori di greco, di chimica e di ginnastica che ci hanno offerto un rapporto non formale, nell’anno della maturità i rapporti sono migliorati e siamo diventati più amici e questo è avvenuto soprattutto nella vacanza dopo la maturità. I ciellini al liceo mi davano fastidio con il loro linguaggio con le frasi che dicevano che mi sembravano false e appiccicate. Anche le frasi di alcuni professori ciellini mi sembravano false e appiccicate. Al liceo mi sentivo costretto. Al liceo se ti muovi solo per lo studio è una vita poverissima. All’Università cambia tutto. Non sei più costretto, sei tu che scegli. Ho incontrato tanti amici in Università ma non all’inizio. Ho incontrato gente che veniva da luoghi e da esperienze diverse. All’università sono stato soprattutto aiutato dagli amici di Comunione e Liberazione, nel modo di studiare, nel modo di guardare le cose senza pregiudizi. Ho imparato ad aderire alle proposte che mi facevano perché le sentivo amiche, ho imparato a fidarmi di quello che veniva fuori dal vivere la comunità, a essere concreto e partire dalle cose da fare. In sintesi ho capito che questa adesione a CL mi allargava la mente.
Kawthar (università primo anno della specialistica di Mediazione linguistica e culturale):
Per me costruire delle amicizie in università non è stato facile, è stato un lavoro lento, c’è voluto tempo. Nella mia università ci sono italiani e persone che vengono da tanti altri e diversi paesi. Le diverse culture segnano molto le diversità fra di noi e non posso usare gli stessi modi, gli stessi discorsi con tutti. Per essere veramente amici bisogna essere vicini alle persone quando sono contente e quando sono tristi. Io ho una vera e grande amica che ha condiviso con me le mie sofferenze di salute e anche molti altri momenti di studio, di divertimento e di vita; con lei quando mi trovo sono molto naturale, con gli altri meno.
Anna (quinta liceo scientifico statale Leonardo):
Noi siamo molto pochi in classe: siamo 13 di cui 5 maschi. C’è stata una selezione, sono rimasti quelli molto studiosi che vogliono uscire bene dal liceo. Non ci sono particolari rapporti di amicizia e non so se li rivedrò finita la scuola. Certo siamo vicini durante la scuola, negli intervalli, ma tra di noi studiamo insieme pochissimo. Io mi porto dietro molte vecchie amicizie di prima del liceo. Inoltre al Leonardo c’è GS Gioventù Studentesca; siamo pochi ma piano piano tra noi è cresciuta un’amicizia interessante. Stiamo insieme e ci vediamo alla Messa settimanale delle 19 alla chiesa del Paradiso. Studiamo anche insieme a casa; studiare insieme anche con compagni di classi o di scuole diverse aiuta a diventare amici.
Beatrice (quinta liceo classico statale di Saronno): Nei miei primi due anni di liceo ho perso dei compagni e non avevo molti amici nella classe. Negli anni successivi nella nostra classe si è formato a poco a poco un bel clima, è diventata una classe molto unita, parliamo tra noi, ci confrontiamo adesso anche su cosa potremo fare dopo il liceo. Questo clima è stato notato dai professori e dal Preside tanto che se ci sono da collocare ragazzi che arrivano da altre scuole succede che li inseriscono nella nostra classe. A creare questa unità tra noi ha contribuito molto la vicenda di una nostra compagna anoressica. Tutti abbiamo cercato di aiutarla mentre la sua situazione si stava progressivamente aggravando sino a che dopo la quarta non ha potuto più venire a scuola ma ugualmente abbiamo cercato di mantenere i rapporti e di aiutarla nei modi che potevamo.
Caterina (terza media scuola privata):
Siamo tanti nella nostra classe, siamo in 30. Quest’anno nella classe c’è stato un clima litigioso con poco dialogo. Per esempio i maschi stanno tra loro e quando sono in gruppo non si riesce a stare con loro. Però con qualcuno di loro riesco a parlare ma non quando sta in gruppo. Tredici della classe partecipano ai Cavalieri che sono un movimento vicino a GS Gioventù Studentesca. Anch’io partecipo e ho legato con loro anche se spesso si ripetono gli stessi discorsi e ci vengono poste sempre le stesse domande. Sette della nostra classe poi partecipano a un gruppo scout e io tra queste. Questa è la cosa che mi piace di più che mi fa respirare e andare avanti rispetto alla fatica della settimana. Qui ho le mie migliori amiche, qui mi sento me stessa e mi sento come a casa.
Filippo (quinta elementare):
Mi piace stare con alcuni compagni e con questi giocare a nascondino. Davide è uno della mia classe che è un mio amico. Con lui mi piace giocare a Pokemon che è un gioco come di mostricciattoli. Ci sono anche dei videogiochi con carte. Ho qualche amico in altre classi per esempio Mattia con cui giochiamo a Fortnike; questo è un gioco per mezzo del quale possiamo giocare e parlarci.
Continua Nonno Paolo:
Per concludere ragazzi. Quando si diventa grandi cresce la capacità di compagnia, di stare insieme, di amicizia. Ci può essere una grande armonia fra due compagni, ci può essere una capacità di studiare insieme bene (ma non è automatico) o di giocare a calcio insieme bene con una grande intesa o di lavorare insieme bene.
Per capire cosa vuol dire armonia o intesa fra compagni o amici vi faccio sentire e vedere due cose nel campo dell’espressione artistica o meglio della musica che è proprio il campo dell’armonia e dell’andare insieme.
Sentite questi due pianisti che suonano insieme sul pianoforte cioè a quattro mani. Sono marito e moglie, italiano lui e americana lei. Vivono in America negli Stati Uniti. Sono appassionati di jazz. Suonano, ritrascrivono e arrangiano Jazz per pianoforte. Sentite che formidabile intesa fra di loro
[CD: Paolo Alderighi, Stephanie Trick, Sentimental Journey, USA 2014, brano 9 Ostrich Walk].
Sentite infine il Preludio dell’Opera “Idomeneo” di Mozart per capire cosa vuol dire l’intesa in una Orchestra. Però occorre sempre un maestro, che sa guidare alla scoperta di una musica, che sa motivare i suoi orchestrali e sa tirar fuori il meglio da loro.
[DVD: Wolfang Amedeus Mozart “Idomeneo” (1781) Preludio, Orchestra del Teatro alla Scala diretta da Daniel Harding, 7 dicembre 2005].