Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli ha radunato sabato scorso a Roma tutti i comitati locali e le associazioni (tra cui la nostra) che ne hanno all’origine supportato la costituzione.
Oltre 600 delegati, compresi i nostri presidente e vicepresidente, hanno dato vita alla seconda Convention nazionale che, grazie al valore e alla preparazione dei relatori e soprattutto all’evidente condivisione dei concetti e valori espressi, è stata estremamente viva e interessante e ha testimoniato l’alto livello organizzativo e ideale raggiunto dal Comitato.
Il presidente Massimo Gandolfini ha introdotto i lavori sintetizzando il percorso fino ad oggi operato dal Comitato e ha poi lanciato con vigore, ma positiva pacatezza, la prossima iniziativa per dire NO al referendum costituzionale, esponendo con chiarezza le ragioni che stanno alla base di questa scelta:
- La riforma costituzionale introduce e conferma la svolta centralista che si vuol dare al nostro Paese. Si indeboliscono le Regioni, si eliminano le Province (ma si mantengono i Prefetti), si introduce il principio secondo il quale lo Stato può bloccare iniziative regionali (senza limitazione di materia). Tutto il potere rimane nelle mani di uno Stato sempre più accentrato, togliendo di mezzo il principio di sussidiarietà
- La riforma del Senato finisce con il non essere la questione principale; oltretutto la norma appare molto pasticciata offrendo il campo a molti conflitti tra Camera e Senato. Il risparmio operato conseguente alla nuova configurazione del Senato, tra l’altro, è risibile; si parla di 25/30 milioni all’anno corrispondenti a circa 50 centesimi a cittadino.
- La riforma poi è pericolosamente sbagliata, soprattutto se messa in relazione all’attuale legge elettorale (“Italicum”), in base alla quale un singolo partito (e non una coalizione) può avere la maggioranza assoluta alla Camera (e quindi il potere assoluto), anche solo con maggioranze non certo rilevanti. Prova ne è che la solita Cirinnà ha già detto che se passa il referendum, poi passerà tutto e con “tutto” lei (e con lei il PD) intende eutanasia, liberalizzazione delle droghe, definitiva introduzione del matrimonio tra persone dello stesso sesso con relative adozioni, abolizione definitiva della legge 40 e così via.
- In sostanza il SI si acquisirebbe una velocizzazione del processo di formazione delle leggi, ma al prezzo del varo di un sistema istituzionale molto simile a quello che ha dato vita allo stato fascista.
Sulla base di queste ragioni Gandolfini, ha chiesto di mettere in atto il massimo impegno per far vincere il NO al referendum, chiarendo che non si tratta di una “vendetta”, cosa che non appartiene alla nostra cultura, ma solo una legittima forma di difesa di ciò che riteniamo giusto e imprescindibile.
Noi nonni, d’altra parte, prendiamo atto che l’arrogante Renzi non ha mai neppure voluto ascoltare le ragioni del popolo dei due Family Day e che ha voluto trasformare forzatamente il ddl Cirinnà da iniziativa parlamentare in iniziativa del governo, chiedendo per ben due volte addirittura la fiducia, annullando così ogni possibilità di discussione.
La giornata del 28 è poi proseguita con un ulteriore approfondimento più tecnico sul tema costituzionale e due momenti di richiamo su altri temi “sensibili”.
Il primo relativo all’atteggiamento degli organismi europei che, nonostante la loro non pertinenza in materia di diritto famigliare continuano ad inviare “raccomandazioni” in materia, a disfavore della famiglia naturale. Il secondo sulla scuola dove anche recentemente sta riprendendo vigore la spinta a introdurre il tema “gender”, nonostante le assicurazioni espresse con arroganza dalla ministra Giannini al momento dell’uscita della c.d. “Buona Scuola”.
Come si vede, c’è molta carne al fuoco. Approfondiremo tutto nei nostri prossimi incontri in settembre o, magari, anche prima.
Intanto ragioniamo e valutiamo attentamente quanto udito alla convention.