Orientamento sessuale

DOVE VA LA LIBERTÀ?

Presenza pubblica

Lo scorso 14 luglio, è stato depositato in Senato il DDL n° 2402 “Norme di contrasto alle terapie di conversione dell’orientamento sessuale dei minori” che vede come primo firmatario il senatore Sergio Lo Giudice (Pd) ed altri politici ben noti, tra cui la sinistra Monica Cirinnà (Pd), autrice della legge sulle unioni civili.

Eccone il testo, breve ma forte…

Art. 1.

Ai sensi della presente legge, per «conversione dell’orientamento sessuale» si intende ogni pratica finalizzata a modificare l’orientamento sessuale di un individuo, inclusi i tentativi di modificare i comportamenti, o le espressioni di genere, ovvero di eliminare o ridurre l’attrazione emotiva, affettiva o sessuale verso individui dello stesso sesso, di sesso diverso o di entrambi i sessi. La definizione di cui al primo periodo si intende riferita anche agli interventi noti come «terapie riparative». L’espressione «conversione dell’orientamento sessuale» di cui al primo comma non comprende gli interventi che favoriscano l’auto-accettazione, il sostegno, l’esplorazione e la comprensione di sé da parte dei pazienti senza cercare di cambiare il loro orientamento sessuale.

Art. 2.

Chiunque, esercitando la pratica di psicologo, medico psichiatra, psicoterapeuta, terapeuta, consulente clinico, counsellor, consulente psicologico, assistente sociale, educatore o pedagogista, faccia uso su soggetti minorenni di pratiche rivolte alla conversione dell’orientamento sessuale è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro. La condanna comporta la pubblicazione della sentenza e la confisca delle attrezzature utilizzate.

Art. 3.

Se la condotta di cui all’articolo 2 è posta in essere nell’esercizio di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dallo Stato, la condanna comporta la sospensione dall’esercizio della professione da un minimo di un anno a un massimo di cinque anni.

Ove fosse approvato così come proposto questo provvedimento introdurrebbe nel nostro ordinamento un’ulteriore forma di autoritaria imposizione di un indirizzo culturale.

Siamo dunque prossimi all’edizione di nuovo libretto rosso di maoistica memoria?

Fra le pene proposte per chi faccia uso di pratiche rivolte alla conversione dell’orientamento sessuale manca infatti solo un accenno alla possibilità di ricorrere a forme di rieducazione culturale o soggiorni obbligati nelle fattorie di Stato, e poi ci saremmo.

Come al solito la cosa sta passando sotto il totale silenzio della stampa nazionale ed anche (e forse questo è ben più grave) di quella specialistica. Possibile che gli Ordini dei medici e delle altre categorie professionali interessate non abbiano sollevato ufficiali obiezioni?

La marea montante del pensiero unico ottunde dunque anche coloro che dovrebbero garantire la libertà di coscienza e di giudizio dei propri assistiti?

Il futuro non è roseo!