Già lo sapevamo che Papa Francesco ha “un debole” per la figura del nonno. A più riprese nel corso del suo pontificato ne ha sottolineato l’importanza del ruolo nella famiglia, l’essere fonte di quella sapienza da dispensare ai nipoti perché possano affrontare con una coscienza più profonda la costruzione del loro futuro.
Ieri incontrando i cresimandi nello stadio di San Siro è tornato a richiamarne la centralità della loro funzione di primari attori nella trasmissione della fede ricordando la sua stessa esperienza di vita:
…: i nonni mi hanno parlato normalmente delle cose della vita. Un nonno era falegname e mi ha insegnato come con il lavoro Gesù ha imparato lo stesso mestiere, e così, quando io guardavo il nonno, pensavo a Gesù. L’altro nonno mi diceva di non andare mai a letto senza dire una parola a Gesù, dirgli “buonanotte”. La nonna mi ha insegnato a pregare, e anche la mamma; l’altra nonna lo stesso… La cosa importante è questa: i nonni hanno la saggezza della vita…
Così facendo ci ha richiamato a questa grande responsabilità. E non è cosa da poco.
Ai ragazzi ha detto:
Parlate con i nonni. Parlate, fate tutte le domande che volete. Ascoltate i nonni. E’ importante, in questo tempo, parlare con i nonni
Ora a noi l’incarico di rispondere alle loro domande con tutta la saggezza di cui siamo capaci, stando attenti di non rovinare il vino che sta nella nostra “botte”, ricordando un esempio citato in un’altra occasione dal Pontefice dove paragonando la saggezza al vino disse
«Il vino quando invecchia migliora: è più buono! Il vino cattivo diventa aceto. Possiamo essere come il buon vino. Possiamo invecchiare con sapienza, per poter trasmettere sapienza».
E allora,forza nonni aiutiamoci stando insieme: confrontando le nostre esperienze, confessando le nostre difficoltà, parlando dei nostri successi, potremo migliorare la nostra “professionalità” ed esercitare al meglio questo difficile mestiere.
La nostra Associazione serve anche a questo.
Pierluigi Ramorino