La Ministra Giannini, al momento dell’emanazione della legge c.d. della “Buona Scuola”, aveva minacciato aggressioni giudiziali verso chi osava denunciare che tale provvedimento lasciava spazio per l’introduzione nelle scuole d’Italia della “cultura gender” (pericolo reale la cui esistenza è peraltro denegata tanto da essere sempre di più avvolta nelle nebbie della “disinformacia” della stampa di massa che oramai non ne parla più).
Ora ciò che dichiarava fosse definitivamente bandito dai programmi scolastici, uscito dalla finestra rientra trionfalmente dal portone principale del suo stesso Ministero.
Neanche una settimana fa, infatti, in occasione della giornata “europea” contro l’omofobia, è uscita una circolare ministeriale che invita tutte le scuole a intraprendere iniziative utili per sensibilizzare la popolazione scolastica sul problema, rifacendosi ad un documento (Tante diversità uguali diritti) redatto tre anni fa dal Ministero stesso, in collaborazione con il Dipartimento delle pari opportunità del Consiglio dei Ministri, da un gruppo di “esperti” composto unicamente da rappresentanti di una dozzina di Associazioni dichiaratamente LGBT.
Chi volesse leggere tali documenti può trovarli sotto la pagina per documentarsi – sez, Gender del nostro sito.
Così, chi pensava ingenuamente che la questione “gender” fosse stata finalmente tolta di mezzo dalle sonore e minacciose affermazioni ministeriali di allora, deve risvegliarsi e riattivare l’attenzione, richiamando tutti i genitori a vigilare sulle attività che i vari istituti scolastici, in obbedienza all’invito ministeriale, decideranno di porre in essere, per pretendere che le azioni di contrasto “all’omofobia” in ambiente scolastico siano condotte correttamente ed equilibratamente e non siano invece veicolo di omologazione e sdoganamento acritico della cultura gender, se non, addirittura, di induzione a comportamenti omofiliaci, così come purtroppo già avvenuto in diverse scuole anche recentemente.
Da tener infine presente che, fortunatamente, nelle scuole d’Italia il numero ufficiale di atti classificabili come “omofobici” è veramente limitato.
Wikipink (sezione di Wikipedia dedicata esclusivamente alle problematiche LGBT) riporta per il 2015 solo una decina di casi di atti di questo tipo a danno di minori, rilevati da notizie di stampa nazionale e/o locale.
Lo stesso documento ministeriale sopracitato indica che la percentuale di atti omofobici in ambiente scolastico è inferiore all’8%, di un numero assoluto opportunamente taciuto (quindi evidentemente minimo).