Ad Angelino Alfano, Presidente NCD e Ministro del Governo Renzi
Egregio Presidente,
la pressione dei nostri associati e il disagio provato in queste ore da tanti amici che seguono la nostra attività a favore dell’educazione e della famiglia ci costringono a rivolgersi a Lei in termini corretti , ma non formali.
Prendiamo atto che l’attuale maggioranza di governo, peraltro guidato da un Presidente del Consiglio e da un ministro degli Interni dichiaratamente cattolici, ha preso una direzione che, sui temi che interessano noi e, pensiamo, la stragrande maggioranza del popolo italiano, ha portato a decisioni (o non decisioni) che ci vedono non solo perplessi, ma chiaramente contrari.
1) E’ stato approvato il c.d. “divorzio breve”, che rende estremamente banale la fine di un’esperienza e di una istituzione, che era iniziata pubblicamente e solennemente, sia nella forma religiosa che nella forma civile. La privatizzazione del termine di quella che la Costituzione proclama essere una “società naturale” ci pare produrre un ulteriore vulnus ad una “istituzione”, che invece dovremmo cercare di difendere in tutti i modi.
2)E’ stata data la fiducia all’art. 16 della legge sulla scuola, che, con buona pace di tutti, corre il serio rischio di introdurre ufficialmente nelle scuole italiane di ogni ordine e grado quella che, per semplificare, possiamo chiamare educazione del “gender”. E’ vero che il Ministro dell’istruzione ha promesso una circolare che dovrebbe definire i termini ed i limiti esatti dell’art. 16 e dovrebbe dare ai genitori il potere decisionale sulle materie extracurricolari, ma noi sappiamo come vanno le cose in Italia, dove, anche senza alcun obbligo giuridico, l’insegnamento gender già si intrufola fraudolentemente nelle scuole. La verità è che su questo punto vi è una precisa Sua responsabilità, perché, nella Sua qualità di Ministro, ha permesso che dal Governo uscisse un maxiemendamento sbagliato sul punto e per di più inemendabile, il che ha reso vano il lavoro di alcuni volonterosi, ma impotenti Senatori. Entra così, nel nostro ordinamento scolastico, una norma che rischia di implicare negativamente intere generazioni di giovani.
3) Nulla è stato fatto, invece, per la famiglia, malgrado le tante parole ed i proclami elettoralistici. Anche il governo appare rassegnato di fronte all’attacco frontale che viene portato all’istituto familiare da una cultura che viene ammantata di aurea “europea” e che, invece, dovremmo definire disumana.
Ora ci aspetta il matrimonio tra persone omosessuali (senza ipocrisia chiamiamo così quanto contenuto nella proposta Cirinnà): confidiamo che almeno su questo punto non vi siano cedimenti, anche perché non ci pare che il tema rientri nel programma di governo. Non ci deluda anche su questo punto.
Distinti saluti.