Caro Amico,
viene da lontano, prende velocemente corpo nel 2020 e si completa nei primi mesi del 2021 il Rapporto sulla situazione della salute sessuale e riproduttiva e relativi diritti nell’UE, nel quadro della salute delle donne.
Il Rapporto vede come principale Commissione competente la Commissione per i diritti delle donne e della parità di genere (FEMM) che lo adotta l’11 maggio u.s. e il 21 maggio u.s. viene ufficialmente presentato dal relatore (Matić). La relazione che si apre con la Proposta di risoluzione del Parlamento Europeo, passa una prima serie di votazioni – in Commissione – e il 24 giugno viene votata e approvata dal Parlamento Europeo.
Il Rapporto non si occupa solo della salute sessuale e riproduttiva, ma include elementi sulla definizione giuridica di matrimonio, procreazione medicalmente assistita, maternità surrogata, aborto e obiezione di coscienza, educazione sessuale dei bambini (nessuno di questi elementi rientra nell’ambito di competenza dell’UNIONE EUROPEA).
La nostra associazione già da tempo ha individuato nella FAFCE (Federazione delle Associazioni Familiari in Europa) un valido interlocutore a livello internazionale che, da un lato porta avanti alcune delle tematiche familiari tra cui la rilevanza della relazione tra le generazioni suggerita da Nonni2.0 e, dall’altro, è in grado di rappresentarle verso le Istituzioni Europee.
FAFCE si è spesa molto, in particolare il suo Presidente Vincenzo Bassi, attraverso articoli, interviste, webinar per fare circolare interrogativi, osservazioni, suggerimenti che potessero sensibilizzare gli attori direttamente coinvolti a tenerne conto nel valutare la relazione al parlamento Europeo e successivamente ad esprimersi con un voto. La votazione, conclusasi con l’approvazione della relazione, ci indurrebbe di primo acchito a ritenere ininfluenti queste osservazioni e suggerimenti, ma la percentuale di coloro che hanno votato contro – pari al 38% – ci dice che non c’è “forte consenso” su questi temi. Ora, anche se tale delibera non ha un valore giuridicamente vincolante, ovvero non vi è alcun obbligo da parte dei Governi Nazionali (e nemmeno della Commissione Europea) di seguirli, il suo impatto dipenderà molto dal tipo di comunicazione che verrà data. Già il giorno successivo, molti quotidiani nazionali hanno enfatizzato il risultato e presto una parte della politica (soprattutto quella di sinistra) lo cavalcherà per riproporre con forza alcuni suoi cavalli di battaglia su quelli che ha classificato come “diritti umani”. Ecco perché occorre vigilare e non fare mancare la “nostra voce” soprattutto quando deve essere di dissenso o propositiva di altre soluzioni.
Se desiderassi saperne di più, sono a tua disposizione in lingua italiana:
Ti terremo informato sui futuri sviluppi e o ripercussioni e nel contempo ci auguriamo che nell’ambito della tua quotidianità Tu possa cooperare perché queste minacce – oggi all’orizzonte – non trovino fertile terreno per crescere.
Per il Direttivo
Gianmario Giagnoni
Alcune mie considerazioni: 1. La salute riproduttiva dovrebbe inerire alla salute delle persone coinvolte nella riproduzione, cioè la madre ed il figlio. Quando si esalta il “libero accesso” all’aborto bisognerebbe come minimo essere coscienti che, come indicato dalla risoluzione europea, il diritto alla salute della madre in tale ambito è garantito per togliere la vita al figlio. E’ quindi per definizione un DIRITTO ALLA SALUTE SELETTIVO E DISCRIMINATORIO, che significa alla fine che non è un diritto.
2. Mancando il concetto di persona e di rispetto dell’unicità della singola persona in questo contesto, il termine “riproduttivo” ha un’accezione inevitabilmente riferita alla specie e riduce il regno umano a livello di quello animale e vegetale.
3. E’ evidente che per chi ha votato la risoluzione il problema aborto va’ affrontato non con il supporto e l’incoraggiamento alla maternità , ma con l’esaltazione dello stesso aborto come soluzione al problema stesso. In tal senso l’aborto non è più un problema. Come si concili questo con il dramma di chi lo vive è cosa assolutamente ignorata.