La Ministra 3 (pare che si chiami Lamorgese) ha deciso che sulle carte di identità dei minori non si debbano più usare le parole “padre” e “madre”, ma le parole “genitore 1” e “genitore 2”, in ossequio acritico ad una certa cultura gender.
Come cittadini e come nonni desideriamo esprimere il nostro totale dissenso da tale decisione per vari motivi. Innanzi tutto, perché la direttiva del Ministro 3 va contro il principio di realtà; nessun bambino e nessuna bambina possono nascere senza una madre e senza un padre. Anche le tecniche schiaviste usate nei casi di “utero in affitto” non possono fare a meno dell’apporto di un seme maschile e di un seme femminile, cioè di un padre e di una madre.
Natura e realtà ci dicono questo e il contraddirle costituisce un grave vulnus alla verità: significa, con un magico gioco di parole, creare una realtà virtuale che nega quella vera. Ciò costituisce un pessimo servizio all’intera comunità.
Un secondo motivo di dissenso sta nel fatto che la Ministra 3 contraddice un altro “fatto” (non una ideologia): ciascun essere umano proviene da una storia, cioè da un legame intergenerazionale che lega tra sé persone che hanno un preciso nome ed una precisa posizione nel susseguirsi delle generazioni. Togliere le parole padre e madre significa rendere anonima questa storia, rendendo così anonimi tutti noi. Questo è il frutto di una posizione ideologica che preferisce obbedire supinamente ai capricci ed ai pensieri distorti di una assoluta minoranza di popolazione piuttosto che rispettare la realtà, che, tra l’altro, coincide con la maggioranza quasi totale di un popolo come il nostro (e come quello di tutti i popoli).
Se la Ministra 3 ed il fantomatico “Garante” per la privacy da cui sembrerebbe dipendere pensavano alla minoranza a cui abbiamo accennato, dovevano anche fare la fatica di pensare ad una diversa soluzione nel rispetto della verità, piuttosto che cancellare due nomi che sono considerati “sacri” dall’intera umanità. Senza verità, a lungo andare una società non regge e la Ministra 3 deve saperlo.
La verità è che si vuole dare cittadinanza alla terribile prassi dell’utero in affitto, riservata, naturalmente, ai soli capricciosi ricchi. Un governo serio dovrebbe pensare ad abolire per legge tale prassi, piuttosto che abolire due nomi che sono legati alla storia di tutti noi.
Peppino Zola
Ci siamo svegliati tardi e del resto noi continuiamo a parlare mentre dall’altra parte fanno i fatti e come tutti sanno “contra factum non valet argumentum”. Non bisogna limitarsi a brontolare ma bisognerebbe iniziare una causa contro lo Stato non so bene come andrebbe impostata ma sicuramente voi dovreste avere degli avvocati tra di voi che possono darvi consigli su come procedere.
Mi sembra una vera crudeltà contro natura e contro ogni realtà!
Non ci bastano i tutte le sofferenze cui vanno incontro tutti i ragazzi e adulti che
non sanno dare un nome al papà e alla mammma? Vogliamo proprio ridurci tutti così?
Condivido pienamente quanto affermato nell’articolo e trovo veramente artificioso il progetto del Ministro. Per accontentare una minoranza si costringe una MAGGIORANZA a negare la REALTA’ dei fatti. Non c’è inclusione nel rifiuto della realtà!
Inaudite prese di posizione di gente senza scrupoli morali . Non sono umani ma robot che ripetono ideologie mondiali per un prestigio : il propio potere sulla gente facendo passare una cosa non corretta come giusta !!