San Benedetto

OPZIONE BENEDETTO?

Attualità Riflessioni

Su il Foglio di qualche giorno sono apparsi due qualificati pareri in merito ai possibili atteggiamenti che i cristiani dovrebbero assumere per tenere il campo in questa età che li vede attaccati da più parti.

Il nostro Vicepresidente Giuseppe Zola ha messo a fuoco una terza opzione con un breve articolo uscito il 6 luglio che qui di seguito riportiamo:

Opzione Benedetto? Battaglia e testimonianza non sono in contraddizione
Un cristianesimo divenuto inconsistente ha bisogno di ricostituire le sue radici, come fece san Benedetto nel Medioevo con i suoi monasteri

di Giuseppe Zola

Al direttore – Mi permetto un’opinione circa “l’opzione Benedetto”, non nella mia qualità di “esperto” (Dio me ne guardi), ma come uomo “comune” che ha cercato di affrontare la grande avventura della vita in modo non passivo, convertendosi a Cristo e poi partecipando alla fondazione di una scuola, del Sindacato delle famiglie, dell’Associazione Nonni 2.0 e svolgendo persino, al colmo dell’ignominia, attività politica per una dozzina d’anni.

Premesso che se si dovesse andare a referendum sul tema posto da Rod Dreher, voterei per Massimo Introvigna, penso che occorra evitare il pericolo che si formi una sorta di bipartitismo. Alcuni dicono che, perso tutto, non resta ai cristiani che ritirarsi in isole di libertà per ricostruire dal basso una rete che, prima o poi, sia in grado di ridire parole convincenti al mondo di domani. Altri sostengono che occorre entrare in battaglia per difendere culturalmente e legalmente quegli “spazi di libertà” che anche in Occidente sono da tempo pesantemente attaccati, come fa ottimamente dimostrato Mattia Ferraresi negli Usa dopo la famigerata sentenza della Corte suprema e come si sta verificando in molti altri Paesi (in Francia qualcuno ha addirittura proposto di vietare il segno della croce ai calciatori!).

La verità è che entrambe le posizioni hanno un fondamento realistico: un cristianesimo divenuto inconsistente ha bisogno di ricostituire le sue radici, come fece San Benedetto nel Medioevo con i suoi monasteri; nel contempo occorre difendere la libertà di costruire questi monasteri, il che non è più pacifico neanche in  Occidente. Finché possibile, non si deve per forza cercare il martirio. Anche nei lager santi cristiani hanno testimoniato Cristo, ma sarebbe stupido non cercare di evitare i lager.

Penso, allora, che servano entrambe le cose, e contemporaneamente. I cristiani, persone dall’esperienza unitaria, possono insieme sia testimoniare la verità di Cristo sia lottare per la libertà propria e di un intero popolo. Anche la lotta può essere una testimonianza, e la testimonianza cristiana non è possibile senza la lotta (lo dice lo stesso Vangelo).

Per esempio, in piazza San Giovanni il 20 giugno ci sono andato sia per testimoniare anche pubblicamente la verità di un’esperienza, sia per dire no a leggi che sono contro l’umanità intera. Ho vissuto un momento di grande unità nella mia vita personale (chi mi conosce sa che non sono né fondamentalista né integralista), con buona pace di tutti gli ”esperti” che stanno infestando l’aria della nostra cultura (e qui si aprirebbe un altro tema) e che sono il braccio armato del Padrone del mondo.