Ho partecipato la settimana scorsa a questo evento, sicuramente interessante e che ha avuto un ottimo riscontro da parte dei media e dell’opinione pubblica.
L’iniziativa promossa da Gigi De Palo, attuale Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, svoltasi a Roma lo scorso 14 maggio, per denunciare il grave fenomeno dell’inverno demografico caratterizzante questi tempi difficili soprattutto in Italia, ha avuto un grande rilievo mediatico. Del resto non si poteva dubitarne: De Palo è riuscito ad ottenere la partecipazione in diretta sia di Papa Francesco sia del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il Papa ha detto cose importanti, e non si poteva dubitarne: “i figli sono la speranza che fa nascere un popolo, senza famiglie non c’è futuro”. Il Papa è anche l’unico che ha parlato perfino dei nonni, come sostegno alle famiglie con figli “E non dimentichiamoci dei nonni, che sono un sostegno e quindi un contributo alla rinascita del Paese.”
Draghi ha riconosciuto che un’Italia senza figli è un’Italia che non ha futuro, ed ha spiegato il piano nazionale di ripresa e resilienza e l’iniziativa dell’assegno unico universale, che spetterà ad ogni figlio da 2 mesi prima della nascita fino al compimento dei 21 anni. Va però detto che l’assegno unico, pur essendo un’ottima idea (abbiamo da tempo esempi positivi in paesi europei che hanno adottato misure simili) è assai improbabile che sia destinato ad arrivare in tempi utili per dare un po’ di sollievo alle famiglie, ed è ancor più improbabile che possa contribuire ad una inversione di tendenza sul calo demografico: esso ha infatti cause culturali che chiederanno tempi assai lunghi prima che se ne vedano gli effetti.
Molto preciso e concreto l’intervento del Presidente dell’Istat prof. Blangiardo, che da anni studia i problemi demografici e denuncia la “piramide rovesciata”. Oggi il prof. Blangiardo calcola la possibilità che possa ripartire l’impresa di un’inversione di tendenza, fino ad immettere mezzo milione di nati in più!!
Come sappiamo, l’Italia è il Paese col più basso tasso di natalità tra i paesi europei. A fronte di un desiderio di almeno due figli, che sarebbe il desiderio di ogni donna italiana in età fertile e che consentirebbe l’equilibrio demografico (2,2 figli per ogni donna), le statistiche rilevano un figlio a testa: il che non è soltanto inferiore al desiderio manifestato, ma è decisamente inferiore ad ogni possibile rinascita del paese.
Possiamo dunque sperare che inizi una inversione di tendenza? Per diverse ragioni non riesco ad essere particolarmente ottimista.
Purtroppo i nonni hanno la memoria lunga. Per esempio ci ricordiamo bene quando, diversi decenni fa, se parlavamo di famiglia ci davano dei “fascisti” e se parlavamo di figli ci ricordavano il cosiddetto boom demografico (che fu una delle infinite menzogne con le quali passò la legalizzazione dell’aborto). E oggi non possiamo ignorare che con un ddl Zan già passato alla Camera e attualmente in Commissione Giustizia del Senato, sarà difficile aspettarsi che l’attuale classe politica possa inventare delle politiche familiari efficaci!!! Gli stessi politici invitati ad esprimersi sul palco del Forum (Nicola Zingaretti, Patrizio Bianchi ed Elena Bonetti), anche se oggi riconoscono la denatalità, non si discostano da una classe politica incapace di riconoscere che alla base dell’attuale inverno demografico ci sono politiche familiari mai comprese e mai favorite.
Da vecchia nonna, vorrei anche che qualcuno mi spiegasse come possono, dei politici pronti a votare il ddl Zan e sicuramente e storicamente non disposti a prendere in considerazione né la cultura contraccettiva né la legalizzazione dell’aborto, né le varie pillole del giorno dopo o dei 5 giorni dopo, come possono parlare oggi di promozione delle famiglie e di inversione di tendenza rispetto al calo della natalità!!
I miracoli sono sempre possibili….
Anna Maria Natale