Leggiamo sull’Informatore di ieri due notizie che ci fanno prevedere un futuro non limpido. Se non vogliamo che i nostri nipoti si trovino a vivere in una società guidata da un liberticida pensiero unico, dobbiamo iniziare a reagire anzitutto parlando con loro per denunciare tutte le trappole che si stanno aprendo e rafforzandoli nella consapevolezza che la libertà di pensiero e di espressione sono strettamente interconnesse e indispensabili…
ecco le notizie
Dalla Francia agli Usa, ecco le nuove dittatura
di Giuseppe Zola
Nella scuola francese diventa obbligatorio sottoscrivere la “carta della laicità”. Negli Usa un’impiegata che si rifiuta di avallare un matrimonio gay è finita in carcere. Ecco i tanti volti della dittatura del “pensiero unico”.
Oramai è evidente, anche se molti continuano a girarsi dall’altra parte e fanno finta di non vedere. Che cosa è evidente? Che “il pensiero unico” si sta espandendo e, quel che più è grave, si sta trasformando in una vera e propria dittatura, non solo più culturale. Facciamo alcuni esempi, racchiusi in una sola settimana, quella appena trascorsa.
Su alcuni giornali rimasti ancora liberi è apparsa la notizia che, nella scuola francese del liberticida Hollande, i genitori devono sottoscrivere obbligatoriamente la “carta della laicità”, divenuta oramai l’unica e dittatoriale linea culturale a cui tutte le componenti della scuola devono attenersi. Così, la laicità, da cultura (teorica) della tolleranza e della libertà, si è trasformata in linea educativa unica e non discutibile, come solo nei regimi liberticidi è avvenuto e sta avvenendo. Il pensiero unico sta trasformando gli studenti in tanti piccoli e grandi “balilla” e gli insegnanti in tanti funzionari del pensiero collettivo. Nella scuola francese non si possono più esprimere idee e opinioni diverse da quelle espresse dal governo. Cattolici e liberali come possono continuare a tacere? Viene in mente un verso di Montale: «abbiamo ben grattato col raschino ogni eruzione del pensiero». E’ destino del pensiero illuminista, che ha iniziato con slogan molto nobili, ma che poi è finito con la ghigliottina.
Dall’altra parte dell’Atlantico, è avvenuto un fatto gravissimo. Nello Stato del Kentucky (famoso per il whisky) l’impiegata, Kim Davis, cristiana apostolica, mettendo in atto ciò che dovrebbe permettere una normale obiezione di coscienza, si è rifiutata di porre il timbro sul certificato di matrimonio di una coppia gay, essendo ciò contrario, appunto, alla propria coscienza. La Davis è stata denunciata dalla coppia e dalle organizzazioni LGBT ed è stata sottoposta ad un processo penale, al termine del quale è stata condannata al carcere, fino a quando lei accetterà di sottoscrivere gli atti matrimoniali degli omosessuali. Invece di ricorrere a misure di carattere amministrativo, il pensiero unico del giudice ha imposto addirittura il carcere. Se non è dittatura questa!
In Europa, stanno cercando di imporre a tutti gli Stati l’insegnamento della cultura “gender”, che era nata per difendere le diversità, ma che ora vuole eliminare ogni diversità non solo culturalmente, ma addirittura attraverso la legge. Cioè, vogliono “imporre” una certa cultura con ogni mezzo. Dittature, appunto.
Ma anche in Italia non si scherza. La nostra bella ma un pò bugiardina ministra delle riforme, in questi giorni, al termine di un incontro con le organizzazioni LGBT, ha assicurato che la legge Cirinnà verrà approvata entro il prossimo 15 ottobre, perché lo chiede l’Europa e per rendere anche l’Italia un paese di serie A. La prima motivazione è falsa perché l’Europa non può chiedere nulla in tema di famiglia dal momento che non ha alcuna competenza in materia (tanto è vero che la maggioranza degli Stati europei non prevede il matrimonio gay). La seconda osservazione è legittima, ma totalmente discutibile: l’Italia rimane in serie A proprio se mantiene ferma la rotta nella direzione che l’umanità ha percorso per millenni. Tanto più che le coppie omosessuali hanno già ora la libertà di comportarsi come vogliono, insieme alle norme che già tutelano i loro diritti. La pretesa del matrimonio è solo un modo per riaffermare la dittatura del pensiero unico.