Family Day

UNA PRIMA PIETRA

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Il Comitato organizzativo che ha dato il là alla manifestazione del 20 giugno a Roma ha deciso di mantenere in vita e potenziare la sua struttura anche grazie l’ausilio delle molte associazioni e personalità che l’hanno supportato in quella occasione. Anche i Nonni 2.0 sono stati e saranno della partita.

Eccone il comunicato:

Le famiglie del 20 giugno chiedono al comitato organizzatore di strutturarsi e diventare permanente

Il comitato “Difendiamo i nostri figli” che ha organizzato il grande Family Day del 20 giugno 2015 si struttura in modo permanente e diventa una realtà permanente per fare formazione sul piano culturale e battersi sul piano politico per riaffermare i diritti dei bambini e fermare la deriva gender nel nostro Paese. Inizia ora la fase costituente per allargare la partecipazione ad altri soggetti associativi e lavorare sul territorio.

Forte delle centinaia di migliaia di visi e di occhi incontrati, delle mani strette, degli abbracci bagnati dalla pioggia il 20 giugno scorso, il Comitato Difendiamo i nostri figli, che era nato al solo scopo di organizzare la manifestazione di Piazza San Giovanni, ha deciso che, lasciato l’evento alle spalle, non può sciogliersi, pur avendo raggiunto e abbondantemente superato l’obiettivo che si era dato. Quasi un miracolo si è compiuto davanti ai nostri occhi. Proprio per quella piazza che ancora abbiamo tutti nel cuore, noi che l’abbiamo organizzata e quelli che l’hanno generosamente riempita, abbiamo capito che non possiamo lasciare da sole le famiglie che chiedono aiuto, consapevoli della grande partita culturale che si sta giocando sulle teste dei loro figli.

Il Comitato dunque diventa permanente, con lo scopo di mantenere alta l’attenzione pubblica sui temi della educazione dei figli, della difesa dei loro diritti – prima di tutto quello a crescere in una famiglia con un padre e una madre; con lo scopo di diffondere cultura e consapevolezza; soprattutto di affiancare i genitori, i primi responsabili dell’educazione dei figli, perché sappiano dove informarsi e come muoversi se percepiscono che, per esempio a scuola, i loro ragazzi sono fatti oggetto di un indottrinamento nell’ideologia gender. Sono i genitori l’avamposto della nostra battaglia culturale, che cercherà di giocare le sue carte anche tenendo alta l’attenzione sui politici, sapendo però che è nelle case che si svolge la resistenza più importante.

Il Comitato, pur avendo una struttura necessariamente ristretta per poter essere operativo, ha deciso di aprirsi al contributo di altri: movimenti, associazioni, spiritualità, singoli che vogliano dare una mano. C’è da fare per tutti, perché è in gioco l’idea stessa di uomo, e i mezzi di cui disponiamo sono risibili, inadeguati ad arginare la marea di una cultura che a momenti sembra avere la meglio. Eppure, anche se non disponiamo della comunicazione e del potere, abbiamo la forza di un popolo che si è incontrato e si è riconosciuto, dando vita a qualcosa di nuovo e molto grande. Per questo il Comitato vuole soprattutto dire grazie a tutte le famiglie e le persone che hanno affrontato sacrifici e costi e fatica e disagi per testimoniare in piazza insieme a noi. Grazie a chi ha fatto ore e ore di viaggio, con ogni mezzo, grazie a chi ha dovuto fare dei sacrifici seri per affrontare la spesa, grazie a chi ha portato i bambini, anche molto piccoli, a chi ha preso la pioggia e sofferto il caldo, a chi è stato in piedi per ore, a chi si è messo in coda lontanissimo dal palco, solo per esserci.

Grazie alla storia che vi ha portato ad essere lì, il 20 giugno, agli incontri a cui avete partecipato, al lavoro quotidiano che fate a difesa della vita e della famiglia in tanto modi, ognuno al proprio posto e col proprio carisma. È grazie a voi che adesso la nostra piazza può mettersi con autorevolezza nel dibattito pubblico, e anche dialogare con la politica perché produca leggi a difesa dei bambini, con la forza data da un evento dalla portata storica, di cui non si ha memoria negli anni recenti del nostro paese.