Una domanda

UNA PROVOCAZIONE

Attualità Riflessioni

In questi giorni il tran tran di tutti è stato scombussolato; la linearità della nostra vita è stata violentemente interrotta dal concentrato delle brutali notizie e contronotizie scaturite, nel giro di pochi giorni, dai fatti terroristici di Bruxelles, dalle torture e uccisione del Cairo, dai massacri di tanti cristiani del Pakistan, dall’orribile omicidio di Roma, dalle inimmaginabili cronache e foto dei confini assediati dai profughi, dagli attentati in Afganistan e in Nigeria, dalla disgrazia spagnola, notizie e contronotizie che si sono aggiunte al “normale” sconfortante panorama della cronaca quotidiana già così intrisa di cattiveria e sangue.

Questa nera valanga ha bloccato in molti la capacità di ragionare per capire se dentro tutto questo caos ci sia un filo che ne inanelli i vari “episodi”, oppure se essi non appartengano al grappolo di un’unica bomba.

Chiaramente non c’è una risposta razionale: i fatti sono slegati, non hanno alcuna base comune né geografica, né ideologica, né di motivazione. L’unica base comune è la morte, una morte violenta, improvvisa e spesso casuale.

Il dubbio così insistentemente si affaccia e ritorna. Come è possibile che tutta questa massa distruttiva possa essersi condensata in meno di trenta giorni; rifiutiamo cause astrologiche, rifiutiamo la superstizione dell’anno bisesto e, pure, un’improvvisa anomalia della legge dei grandi numeri. Ma allora cosa resta?

Cerchiamo un motivo per non disperare e perdere fiducia. Chi lo trova per piacere ce lo dica.